si avvale della collaborazione dei centri autorizzati di assistenza agricola (CAA), tramite la stipula di apposita convenzione che ne regola i rapporti, senza la quale questi non possono operare, a cui delega il compito di assistere gli imprenditori agricoli nella predisposizione delle domande di ammissione agli aiuti;
il decreto ministeriale 27 marzo 2008, sulla riforma dei CAA, prevede che questi possano essere costituiti da associazioni di liberi professionisti, che loro e le società di cui si avvalgono devono operare attraverso dipendenti o collaboratori con comprovata esperienza ed affidabilità nella prestazione di attività di consulenza in materia agricola e che possano avvalersi di professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali per l'esercizio di funzioni di controllo delle fattispecie finanziate;
in merito alle competenze, i periti agrari, agrotecnici e dottori agronomi e forestali, iscritti nei relativi ordini e collegi professionali, sono tenuti al superamento di un esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della libera professione, e successivamente alla formazione continua, e secondo il suddetto decreto rientrano tra i soggetti "con esperienza e affidabilità nella prestazione di attività di consulenza in materia agricola";
AGEA inviando ai CAA il nuovo schema di convenzione 2020 ha inserito la clausola, non prevista nelle precedenti e neanche in quella ancora in corso, secondo la quale entro il 30 settembre 2020 tutti gli operatori titolari abilitati ad accedere ed operare nei sistemi informativi dell'organismo pagatore debbano essere lavoratori dipendenti di CAA o delle società con essi convenzionate;
l'effetto inevitabile sarà la chiusura e messa in liquidazione dei CAA dei liberi professionisti e l'impossibilità per ogni singolo professionista di continuare a svolgere la propria attività di centri autorizzati di assistenza agricola, provocando la chiusura di centinaia di studi professionali ed il depauperamento del reddito di un numero assai più elevato di liberi professionisti;
in questo momento di emergenza dovuta al coronavirus, che limita gli spostamenti e crea notevoli difficoltà operative, e viste anche le disposizioni previste nel decreto "cura Italia" (decreto-legge n. 18 del 2020), che prevedono l'anticipo del 70 per cento della PAC, gran parte dei liberi professionisti stanno comunque continuando a svolgere la loro attività, per necessità, senso di responsabilità e soprattutto correttezza verso i clienti;
gli ordini e collegi dei periti agrari, agrotecnici e dottori agronomi e forestali, dopo un incontro ufficiale con il direttore di AGEA, in data 18 maggio 2020 hanno inviato ad AGEA una proposta di modifica della convenzione che tenga conto delle esigenze del mondo agricolo e delle categorie dei liberi professionisti; per cui le prossime azioni del Ministero e di AGEA stessa dovranno porre rimedio ad un'imposizione che danneggia sia i liberi professionisti che le aziende agricole italiane,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare affinché sia modificata la proposta di convenzione 2020 tra AGEA e i CAA, tenendo conto delle richieste legittime degli ordini e collegi delle professioni coinvolte, rivedendo l'obbligo per i CAA di operare esclusivamente attraverso dipendenti, disposizione che estromette i liberi professionisti da un settore che è sempre stato di loro competenza e nel quale hanno sempre operato, privandoli di competenze, lavoro e fatturato.